La Grotta di Vigant (110/66 Fr) rappresenta un ambiente speleovegetazionale estremamente vario ed interessante. Sia la zona antistante l’imboccatura che la prima parte dell’ingresso, pur situate ad una quota relativamente bassa (540 m), racchiudono un consistente drappello di specie dai connotati prevalentemente prealpini od alpini continentali. La presenza di questa esuberante vegetazione d’impronta cavernicola è in stretta dipendenza con la situazione topoclimatica della grotta ed in particolar modo con l’esposizione del maestoso portale d’accesso, volto ad ovest e posto alla fine del solco eocenico flyschoide cieco nel quale scorre il rio Tanaloho (o Tapotcletia). Molto rigogliosa ed assortita risulta, nell’ambito della grotta, la composizione floristica già all’inizio della stagione primaverile; s’avvicendano quindi, in essa, altre svariate entità nel corso di quella estiva per poi susseguirsi, con ulteriori specie, nell’autunnale. Fra tutti gli elementi vegetazionali che si sviluppano nel complesso di Vigant, alcuni assumono un particolare e spiccato pregio botanico: primo fra tutti la rara Matteuccia struthiopteris (felce penna di struzzo, vedi disegno), Pteridofita di straordinaria eleganza e venustà che trova qui, a quanto attualmente ci consta, la sua più bassa stazione regionale. Un’ampia e dettagliata dissertazione viene dedicata a questa Onocleacea nella prosecuzione del presente contributo. Di notevole rilevanza appaiono pure qui le presenze di Arabis alpina, Saxifraga petraea, Euphorbia carniolica e di Asplenium viride. Anche queste specie evidenziano, nel particolare ambiente ipogeo in oggetto, alcune fra le stazioni più meridionali della loro distribuzione regionale.